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Volkswagen: La gamma ID. Il futuro della mobilità elettrica

La gamma ID. offre tutto quello che ti aspetti dalla mobilità del futuro: è elettrica, efficiente e a zero emissioni locali. Rappresenta pertanto,  una soluzione per la nostra società che sta diventando sempre più dinamica.

 

Il futuro è dietro l’angolo: ID.3 1st

Con ID.3 inizia una nuova era della mobilità elettrica. Scopri il suo innovativo design e l’autonomia che rendono questa vettura perfetta per la vita di tutti i giorni. Il futuro è a portata di mano. 

Ovunque a casa: ID. Buzz

Con il concept ID. BUZZ, facciamo rivivere il leggendario Bulli. Tecnologia evoluta e una concezione dello spazio flessibile, per una massima libertà, continueranno a entusiasmare anche il futuro.

Pronta quando lo sei tu: ID. Crozz

Che aspetto avrebbe la mobilità se la potessi reinventare tu stesso? Abbiamo sviluppato un concept che “elettrizza” la tua vita quotidiana. La nostra idea di crossover elettrico ID. CROZZ assicura autonomia elevata e piacere di guida a tutti coloro che si sentono a proprio agio sia in mezzo alla natura che in città. Sei pronto?

La “Vision” della mobilità elettica: ID. Vizzion

Il modo migliore di anticipare il futuro è inventarlo. Proprio come abbiamo fatto con ID. VIZZION: la nostra proposta di berlina che coniuga in modo intelligente il design futuristico e tecnologie pionieristiche. La dimostrazione “viaggiante” che il futuro è iniziato già da tempo.

Gruppo FCA – Lettera al cda della Renault: “Fusione alla pari”

La Fiat Chrysler Automobiles ha inviato al consiglio di amministrazione della Renault una proposta non vincolante per integrare le rispettive attività tramite una fusione alla pari. L’annuncio, che conferma le prime indiscrezioni lanciate dal Financial Times, è stato dato dallo stesso gruppo italo-statunitense in vista di una riunione del cda della Casa francese in corso a Parigi.  

Terzo colosso del settore. La proposta – spiega in un comunicato FCA – “fa seguito a iniziali dialoghi operativi tra le due società per identificare prodotti e ambiti geografici in cui si potrebbe collaborare, in particolar modo nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove tecnologie. Tali dialoghi hanno chiarito che una più ampia collaborazione tramite una aggregazione migliorerebbe sostanzialmente l’efficienza del capitale e la velocità nello sviluppo dei prodotti. Il razionale dell’aggregazione è anche rafforzato dal bisogno di prendere decisioni coraggiose per cogliere su larga scala le opportunità che si sono create nel settore automobilistico in campi come la connettività, l’elettrico e i veicoli a guida autonoma”. Nel caso la Renault accettasse tale proposta nascerebbe il terzo maggior produttore automobilistico al mondo (dietro solo a Toyota e Volkswagen) con circa 8,7 milioni di veicoli venduti, un posizionamento di primo piano nelle tecnologie per l’elettrico, nei segmenti premium e nei mezzi commerciali nonché una presenza globale “più ampia e più bilanciata” rispetto a quella delle due attuali società.

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Nessuna chiusura di stabilimenti. FCA esclude, inoltre, la possibilità che l’operazione abbia un impatto sulle strutture produttive delle due società con conseguenze sul fronte occupazionale. “I benefici dell’operazione proposta non si otterrebbero con la chiusura di stabilimenti, ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie”, scrive il gruppo guidato da Mike Manley, sottolineando le nuove opportunità generate dall’aggregazione grazie alle competenze, alle dimensioni e alle risorse apportate singolarmente al nuovo sodalizio. 

Una fusione alla pari. L’operazione di aggregazione vedrebbe la creazione di una holding con sede in Olanda e quotata a Milano, Parigi e a New York che controllerebbe una nuova azienda in cui gli azionisti di ciascuna delle due società attuali riceverebbero una quota equivalente di azioni. In pratica, si tratta di una “fusione alla pari”, con i soci FCA e Renault che si troverebbero a detenere ciascuno il 50% del capitale. Il consiglio di amministrazione della holding sarebbe composto inizialmente da 11 membri, per lo più indipendenti. Di questi, quattro sarebbero nominati in rappresentanza della FCA, quattro in quota Renault e uno designato dalla Nissan. Gli attuali diritti di voto raddoppiati esistenti in entrambi i gruppi non verrebbero replicati nella società frutto della fusione, ma tutti gli azionisti avranno la possibilità di acquisire nuovi “loyalty voting rights” a partire dal completamento della transazione.  

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In programma lo spin-off di Comau. Per raggiungere la perfetta parità degli attuali perimetri aziendali, la Fiat Chrysler dovrà, però, mettere in atto una serie di operazioni con l’obiettivo di ridurre l’attuale divario nelle valutazioni borsistiche. Attualmente, il gruppo italo-statunitense ha una capitalizzazione di mercato di circa 18 miliardi di euro e la Renault di poco superiore ai 14,5 miliardi. Per allineare tali valori, la proposta prevede che gli azionisti FCA ricevano un dividendo straordinario di 2,5 miliardi di euro e, tramite uno scorporo, anche le azioni della Comau. Se lo spin-off dell’azienda di robotica industriale non dovesse andare in porto, i soci riceveranno un dividendo supplementare di 250 milioni.

I benefici dell’operazione. Nella proposta, la FCA elenca anche i doveri, benefici commerciali e industriali generati dall’unione di quelli che vengono definiti come “punti di forza complementari”, a partire dalla “copertura completa” del mercato automobilistico grazie a marchi premium come Maserati e Alfa Romeo, a brand low-cost come Dacia e Lada e alla presenza nei veicoli commerciali. Dal punto di vista geografico, la Renault può fare leva su una forte presenza in Europa, Russia, Africa e Medio Oriente, mentre gli italo-americani godono di un forte posizionamento in Nord America e America Latina. Pertanto il nuovo gruppo, sulla base dei volumi di vendita del 2018, sarebbe la quarta realtà automotive in Nord America, la seconda nell’area Emea (Europa, Medio-Oriente-Africa) e la prima in Sud America e avrebbe maggiori risorse per accrescere la propria presenza nella regione Asia-Pacifico. Inoltre, i ricavi sarebbero pari a quasi 170 miliardi, con un utile operativo di oltre 10 miliardi e un utile netto superiore a 8 miliardi. 

Sinergie per 5 miliardi. Nel complesso, vengono stimate sinergie complessive per oltre 5 miliardi di euro entro sei anni, per effetto principalmente della convergenza delle piattaforme, del consolidamento degli investimenti nei sistemi di propulsione e nell’elettrificazione e delle economie di scala. Circa il 90% delle sinergie verrebbero generate da risparmi sugli acquisti (il 40% circa), da efficienze nella ricerca e sviluppo (30%) e nella produzione con la possibilità di “ridurre il numero complessivo di piattaforme di veicoli di circa il 20% e delle famiglie di motori di circa il 30%. Le sinergie, al netto dei 3/4 miliardi di costi necessari per dare vita alla nuova realtà automobilistica, produrrebbero flussi di cassa netti neutri nel primo anno e positivi a partire dal secondo anno in poi.  

Per ora, Nissan fuori dai giochi. Al momento, la proposta di aggregazione non riguarda la Nissan. La Casa di Yokohama è controllata dalla Renault con il 43% del capitale, ma dall’arresto di Carlos Ghosn è fonte di attriti con i francesi per la questione del progetto di fusione voluto proprio dall’ex presidente. La Fiat Chrysler indica esplicitamente il suo obiettivo per i mesi successivi all’eventuale via libera all’aggregazione con la Régie: “FCA è impaziente – quale parte di un’unica azienda con Groupe Renault – di lavorare con le società partner dell’Alleanza, alla ricerca dei modi in cui creare ulteriore valore per tutti i membri. FCA riconosce lo standing e i risultati raggiunti dai partner di Groupe Renault e vede significativi vantaggi previsti da una partnership allargata, per tutte le parti. La fusione di FCA e Groupe Renault insieme con i partner Nissan e Mitsubishi sarebbe la più grande alleanza OEM al mondo, vendendo più di 15 milioni di veicoli annui”.  

La reazione di Piazza Affari. In attesa della risposta della Renault, il mercato borsistico ha reagito con entusiasmo alla proposta di aggregazione. A Milano le azioni FCA sono oggetto di forti ordini di acquisto e dopo un’iniziale difficoltà nel fare prezzo, sono entrate agli scambi con un rialzo del 18,7% per poi perdere leggermente quota. Intorno alle 9.15 segnano un guadagno del 15,71% e un valore di 13,256 euro.

Mobilità sostenibile: Hyundai Nexo, in Italia l’auto a idrogeno c’è già. A Trento

IL PRIMO ESEMPLARE DEL FUEL-CELL-SUV COREANO È DI PROPRIETÀ DI AUTOSTRADA DEL BRENNERO. QUALI PROSPETTIVE PER L'AUTO A IDROGENO?

AUTO A STATUTO SPECIALE Auto elettrica al quadrato, ovvero: auto a idrogeno. Per assaporare il gusto del progresso a quattro ruote, per sentirsi proiettati in una serie tv di fantascienza, non serve imbarcarsi su uno shuttle direzione Stazione Spaziale. È sufficiente imboccare l’Autobrennero, e magari uscire a Trento e visitare il quartier generale. Proprio la società Autostrada del Brennero è il primo cliente in Italia Hyundai Nexo, il Suv a celle combustibile che dallo scorso inverno è sul mercato nazionale, la cui tecnologia è inoltre luminosa finestra sul futuro. Purtroppo la mobilità è una missione collettiva: i Costruttori da una parte, le istituzioni dall’altra. E senza una rete di rifornimento

DOVE L’IDROGENO È DI CASA Marzo 2019 il mese spartiacque: l’immatricolatoaggiunge una voce in più, quella delle auto alimentate a idrogeno. In realtà il Trentino Alto Adige già ospitava due esemplari equipaggiati a fuel cell, a loro volta a marchio Hyundai. Due ix35 fuel-cell fanno parte dal 2017 della dotazione di Polizia Stradale e Legione dei Carabinieri locali. Nexo è tuttavia il primo Suv “nativo” a idrogeno, vettura sin dalle origini concepita per questa forma di propulsione, e il cui unico spot pubblico di rifornimento è per ora la stazione di Bolzano.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA A un prezzo di listino di 69.000 euro e un’autonomia a zero emissioni superiore ai 600 km, Hyundai Nexo come pioniere di una filosofia della quale si parla da decenni, ma i cui alti costi di produzione ne hanno sin qui strozzato la diffusione di massa. L’offerta conta solo un pugno di modelli, buona parte dei quali esclusi dal mercato italiano: Toyota Mirai è ormai alla sua seconda generazione, Honda Clarity è in vendita solo in Giappone, Mercedes GLC F-Cellsoltanto in patria. Ancora dieci anni, sostengono gli esperti, e l’idrogeno sarà un’alternativa percorribile anche dal grande pubblico. Purché anche la politica se ne interessi, e deliberi gli investimenti necessari.

Come sarà la mobilità urbana elettrica?

COMODA, CONNESSA E SOSTENIBILE: NE È CONVINTO GIORGIO MESZELY, FONDATORE DELLA START UP MILANESE GAIAGO CHE LANCIA LO SHARING ELETTRICO RESIDENZIALE, LA MOBILITÀ URBANA ELETTRICA DI QUARTIERE-CONDOMINIO

Le auto in città occupano circa il 10% della superficie disponibile e restano in sosta e inutilizzate per il 95% del loro tempo: una città sostenibile e più vivibile ha sicuramente molte meno auto e più spazi pubblici e di condivisione. È possibile rinunciare all’auto privata? Sì, ma solo se nascono servizi e soluzioni in grado di assicurare una mobilità semplice e immediata, che sia in grado di far risparmiare tempo e denaro e, soprattutto, utilizzabile con un semplice click sul proprio smartphone.

È proprio dal concetto di mobilità urbana sostenibile che nasce l’idea di GaiaGo, la start up milanese che propone il car sharing elettrico di quartiere-condominio.

La mia idea è fornire a una piccola comunità, come un condominio o gli ospiti di un albergo, un servizio di mobilità sostenibile e condivisa. – spiega Giorgio Meszely, CEO della start up milanese – Se vogliamo dare un contributo concreto al nostro futuro e all’ambiente, è necessario puntare su un nuovo modello di mobilità urbana, con costi accessibili e soprattutto pensato per rispondere alle necessità del maggior numero possibile di persone”.

Smart city e mobilità urbana elettrica

Oggi si parla sempre più spesso di Smart City, di edilizia ed edifici intelligenti, a zero impatto ambientale: lo scopo è assicurare, attraverso diverse tecnologie – come pannelli solari, pompe di calore, domotica, elettrodomestici intelligenti – il benessere e il comfort per l’occupante. Ma benessere e comfort non vanno intesi solo limitatamente all’interno di un appartamento, ma anche all’esterno grazie a servizi dedicati alle persone e in grado di migliorare il vivere quotidiano.

La mobilità elettrica è sicuramente uno dei pilastri delle smart city e degli smart building di oggi e del futuro. Purtroppo la diffusione è frenata dagli elevati costi di acquisto delle auto elettriche rispetto a quelle tradizionale e dalla scarsità di colonnine di ricarica. Proprio qui entra in gioco GaiaGo, che propone un modello di business per lo sharing elettrico residenziale, un servizio personalizzato di auto condominiale condivisa a disposizione degli inquilini. Una soluzione replicabile e con ricadute positive anche nella creazione di reti elettriche private.

Questa soluzione è convincente sotto molti punti di vista, a partire dalla diffusione del veicolo elettrico fino alla facilitazione degli spostamenti all’interno della città.

Lo sharing elettrico residenziale secondo GaiaGo

Ma come è nata questa idea?
Giorgio Meszley, Ceo di GaiaGo durante la tavola rotonda “Smart City – Mobility Platform”

“L’idea alla base è in realtà molto semplice e replicabile – racconta Meszely – Si tratta di un servizio di auto in condivisione per gli inquilini di un singolo condominio il cui scopo è ridurre il numero delle auto in circolazione e rendere lo spostamento urbano particolarmente confortevole, oltre che rispettoso dell’ambiente. Io amo le sfide e amo soprattutto l’innovazione. Per giungere al progetto definitivo ho analizzato tre mondi: quello del real estate e della trasformazione che sta vivendo, quello dell’automotive e quello assicurativo e delle polizze da cui provengo. Ho immaginato come potessero integrarsi tra loro e cosa potessero offrire. Il risultato è GaiaGo, una soluzione per innovare il settore del real estate attraverso un nuovo modo di utilizzare le parti comuni e condivise degli edifici per porre le basi per la mobilità del futuro. Una mobilità condivisa, non più basata sul possesso e che cambia ovviamente il mondo assicurativo: è necessario un servizio disegnato sul modello di una comunità di utilizzatori anziché su tanti singoli proprietari”.

L’idea di GaiaGo, dunque, mette a fattor comune mondi diversi che fino a oggi hanno viaggiato su binari separati.

Il modello del car sharing elettrico di tipo condominiale o collegato a piccole comunità supera le due principali criticità: il costo di acquisto della vettura e la sicurezza della ricarica.

Mobilità elettrica on demand

“Nel tempo questo nuovo modello di mobilità urbana sarà in grado di ridurre progressivamente il traffico privato, dato che il car sharing tende ad eliminare la proprietà dell’auto. – sottolinea Meszely – Ma soprattutto favorirà l’uso solo in caso di un effettivo bisogno. Questo porterà anche a un abbattimento degli inquinanti, rendendo le città più vivibili”.

La mobilità condivisa in Italia è relativamente recente e si scontra con il concetto di “status symbol” dell’automobile ma, come segnala lo stesso Meszely, oggi tra i giovani è importante riuscire a muoversi in modo agile e veloce. “L’automobile, da sempre al primo posto tra i desideri, è ora al secondo posto dopo smartphone e tablet. Ormai per il trasporto si può contare su diverse possibilità, delle quali la macchina è solo una e non sempre la preferita; la mobilità condivisa residenziale contribuirà a passare dal possesso dell’auto all’utilizzo di un veicolo quando necessario e, quindi as a service”.

In tutto questo l’innovazione digitale è il collante. Per il progetto GaiaGo sono state sviluppate App che non servono solo per prenotare, bloccare e sbloccare il mezzo, ma rappresentano veri e propri aggregatori di dati. Grazie alla digitalizzazione è possibile valutare le modalità di utilizzo, i percorsi effettuati e creare servizi personalizzati anche a livello assicurativo.

I primi progetti di mobilità elettrica condivisa

Meszley è convinto che lo sharing elettrico residenziale di GaiaGo darà una forte spinta allo sviluppo della mobilità sostenibile: i primi due progetti in fase di avvio coinvolgeranno un condominio a Milano e una struttura alberghiera a Roma.

Il cambiamento è inevitabile e l’innovazione sarà il driver principale. – ha concluso il fondatore di GaiaGo – I progetti presentati in Italia sono solo i primi tasselli di un programma più ampio: la nostra idea è quella di diffondere questo approccio sia sul nostro territorio, sia in Europa”.

FONTE: ElettricoMagazine

Fiat Concept Centoventi, torna lo spirito del cinquino

In occasione del suo 120esimo anniversario, Fiat presenta a Ginevra la Fiat Concept Centoventi, nuova pietra miliare nella storia di Fiat. Da sempre pioniere della mobilità democratica, oggi Fiat propone una soluzione per rendere la mobilità elettrica accessibile a tutti.
“Democratizzare” ciò che fa tendenza è parte del DNA del brand: “The ABC of cars. Affordable But Cool”.
Con Fiat Concept Centoventi, sarà il cliente a configurare gli interni, scegliere gli accessori e adattare gli spazi in base alle proprie necessità, creando quindi una vettura unica, sempre.
La personalizzazione si spinge oltre: il pack modulare di batterie della Fiat Concept Centoventi permette di estendere il range da 100 a 500 km semplicemente acquistando o noleggiando unità di batterie aggiuntive.
Fiat Concept Centoventi è una “tela bianca” prodotta in una sola livrea che, attraverso il programma “4U”, può essere “dipinta” dal cliente scegliendo tra 4 tettucci, 4 paraurti, 4 copriruota e 4 pellicole esterne.
Mopar è il brand FCA dedicato ai prodotti e ai servizi aftersales, e partner del marchio Fiat nello sviluppo della Fiat Concept Centoventi. Mopar svilupperà, produrrà e si occuperò della logistica degli accessori per Fiat Concept Centoventi.
Fiat Concept Centoventi richiama gli stilemi del marchio famosi nel mondo, che sono diventati elementi distintivi del design e della creatività italiana.

Principali dati tecnici di Fiat Concept Centoventi
• Lunghezza: 3680 mm
• Altezza: 1527 mm
• Larghezza: 1740mm (con specchietti 1846 mm)
• Passo: 2430 mm
• Sbalzo anteriore: 658 mm
• Sbalzo posteriore: 592 mm

Motor Show: sarà a maggio 2019 non a Bologna, ma a Modena

FINE DI UN CLASSICO? – Il Motor Show di Bologna continua le sue tribolazioni. Quando era già fissata la conferenza stampa di presentazione dell’evento previsto come al solito per i primi di dicembre nel quartiere fieristico bolognese, è arrivata la doccia fredda: niente edizione 2018 e prossima edizione a Modena nel prossimo mese di maggio 2019. La decisione non è dipesa dagli organizzatori, ma da Bologna Fiere, la società proprietaria dell’area espositiva. Soltanto nei giorni scorsi Bologna Fiere ha comunicato al Motor Show che a dicembre saranno già in corso i lavori di ampliamento dei padiglioni. Una situazione che priva il Motor Show dell’area su cui si svolgono normalmente le gare, molto importanti nel bilancio della rassegna motoristica per il pubblico che attirano. Gli organizzatori della kermesse hanno allora optato per la cancellazione dell’edizione 2018 con rinvio al mese di maggio e non a Bologna ma Modena. 


UN SALONE DIFFUSO – Nell’annunciare la novità la società del Motor Show ha anche accennato ad alcune caratteristiche dell’evento modenese. Sarà un salone diffuso, vale a dire con gli eventi sparsi in diverse location della città, con il coinvolgimento dei musei Ferrari, Lamborghini e Pagani. Le gare si svolgeranno invece sulla pista di Marzaglia, quella nota come autodromo di Modena. Niente da fare invece per il classico Memorial Bettega, non essendo state individuate a Modena aree idonee per la manifestazione.  

Salone di Ginevra 2019: Ferrari F8 Tributo, la regina

Svelata la berlinetta che sostituisce la 488 GTB. Motore centrale V8 turbo da 720 cavalli, migliori prestazioni ed efficienza aerodinamica

Eccola, la sostituta della 488. Si chiama Ferrari F8 Tributo e la vedremo al salone di Ginevra 2019. In attesa di questa anteprima mondiale, la casa di Maranello ha diffuso le prime foto e informazioni. Il motore V8 turbo viene definito come il più prestazionale di sempre per una Ferrari stradale non serie speciale: più che la potenza massima, comunque strabiliante con i suoi 720 cavalli, è il dato della potenza specifica a lasciare a bocca aperta: ben 185 cavalli per litro.

Ferrari F8 Tributo, scheda tecnica

Come dicevamo, la Ferrari F8 Tributo sostituisce la 488 GTB. Mantiene quindi l’architettura a motore posteriore centrale. Rispetto alla 488, la F8 ha 50 cavalli in più e un’efficienza aerodinamica migliorata del 10%. Non basta: il peso è stato anche ridotto di 40 Kg. Diverse soluzioni per la gestione termica del motore sono mutuate dalla 488 Pista, ad esempio i radiatori anteriori inclinati verso il posteriore e lo spostamento delle prese dinamiche di aspirazione dalla fiancata alla parte laterale dello spoiler. Per quanto riguarda le modalità di guida, ora anche nella posizione Race del manettino è attivo il Ferrari Dynamic Enhancer: l’obiettivo è far avvicinare un numero sempre maggiore di conducenti al proprio limite mantenendosi in condizioni di sicurezza.

Riepiloghiamo la scheda tecnica della Ferrari F8 Tributo. Quindi motore V8 3.9 turbo in posizione posteriore centrale; potenza massima 720 cavalli ad 8.000 giri, potenza specifica 185 cavalli/litro; coppia massima 770 Nm a 3.250 giri. Peso a secco 1.330 Kg. Le prestazioni: accelerazione 0-100 in 2,9 secondi; 0-200 in 7,8 secondi; velocità massima 340 Km/h. Dimensioni: lunghezza 4.611 mm, larghezza 1.979 mm, altezza 1.206 mm.

Design e interni della Ferrari F8 Tributo

Passando al design, il nuovo frontale integra il condotto S-Duct, anch’esso come sulla 488 Pista: ricordiamo che si tratta di un’apertura a forma di S rovesciata, applicata sul fondo della vettura per diminuire la pressione dell’aria sotto il muso, migliorando il carico aerodinamico frontale e quindi la stabilità della vettura alle alte velocità in rettilineo; una soluzione derivata dalla Formula 1. Grazie a tale elemento, la sezione anteriore della F8 Tributo contribuisce per il 15% all’aumento del carico globale rispetto alla 488.

Tutto in una Ferrari ha come fine primario la ricerca della prestazione. Anche i nuovi fari a LED anteriori orizzontali: la loro maggiore compattezza ha permesso di ricavare nuove prese di raffreddamento per i freni; grazie al miglioramento generale del flusso d’aria sotto l’intero vano ruota, si è potuto evitare di aumentare le dimensioni dell’impianto frenante che altrimenti si sarebbe reso necessario data la maggiore velocità della vettura.

Il lunotto posteriore è un omaggio in chiave moderna a quello della leggendaria Ferrari F40. Le feritoie aiutano ad estrarre l’aria calda dal cofano motore senza penalizzare l’efficienza dello spoiler; quest’ultimo è stato a sua volta evoluto per aumentare il carico posteriore. Lo spoiler avvolge i gruppi ottici posteriori, i quali tornano allo stile a doppio fanale. Qui l’omaggio è invece alle prime berlinette V8, tra cui la 308 GTB.

Per quanto riguarda gli interni, si sottolinea la nuova generazione dell’interfaccia di comando, chiamata HMI (Human Machine Interface); rinnovati volante (diametro ridotto) e comandi, così come il nuovo display del lato passeggero.

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Il futuro è dell’auto a idrogeno: un pieno da 600 km in 3 minuti

Auto elettrica sì, ma quale? Sull’onda delle previsioni che danno per imminente una quota significativa di macchine a emissioni zero o ibride, si riaccende il dibattito sull’alimentazione del motore elettrico. E torna in pista l’idrogeno, forte di una spinta innovativa che ne ha cambiato radicalmente le prestazioni e dell’appoggio dell’Hydrogen Council che conta 53 grandi imprese (dalla Toyota a Air Liquide) e stima la presenza di più di 10 milioni di macchine a idrogeno entro il 2030.

“Negli ultimi tre anni, grazie a un investimento di 10 miliardi di euro, le fuel cell hanno fatto uno straordinario salto tecnologico”, spiega Nicola Conenna, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University. “Oggi sono grandi come un computer portatile e pesano poco più di 10 chili, invece dei 400 delle batterie. Anche il pieno di idrogeno che le alimenta, e che consente di percorrere da 600 a 800 chilometri, è molto più leggero di quello tradizionale, solo 5-8 chili, e si fa in tre minuti. Inoltre se si mettono assieme due fuel cell si ottiene abbastanza energia per far viaggiare senza problemi un camion. Con queste prestazioni non c’è gara: il futuro è dell’idrogeno. Anche perché i prezzi crolleranno ed entro 5 anni queste macchine saranno competitive anche dal punto di vista del costo”.

A sostenere la variabile idrogeno della mobilità elettrica è una proposta di legge di iniziativa popolare sulla transizione energetica green, appoggiata da un gruppo di parlamentari, che viene presentata oggi in un convegno organizzato alla sala Isma del Senato. Il testo, elaborato dalla Fondazione H2U The Hydrogen University, ha il patrocinio dell’Anci e prevede un finanziamento di 100 milioni di euro per il Piano nazionale idrogeno che punta a utilizzare i picchi di elettricità resi disponibili dalla progressiva crescita delle fonti rinnovabili.

E’ una correzione di rotta per allineare l’Italia con i Paesi che per primi hanno scommesso sull’auto a idrogeno. A guidare la volata è il Giappone: la Toyota ha già investito 4 miliardi di dollari e nel 2020 sarà pronta una fabbrica che decuplicherà la sua capacità produttiva portandola a 30 mila macchine l’anno. Segue la Corea: la Hyundai ha firmato un accordo per vendere mille camion a idrogeno in Svizzera. Nell’Unione europea il capofila è la Germania: Bmw e Daimler hanno occupato la posizione e hanno spinto a realizzare una rete di distributori di idrogeno (in Europa la rete conta 150 punti, concentrati in Germania, con una presenza a Parigi, Londra, in Scandinavia e in Spagna; in Italia c’è solo a Bolzano).

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Noleggio a lungo termine: più conveniente dell’acquisto auto?

Il noleggio a lungo termine dell’autovettura è diventato negli ultimi anni una soluzione molto apprezzata per chi vuole avere un veicolo sempre a disposizione ma non vuole sostenere le spese relative a un acquisto o gli elevati costi del mantenimento. Qui di seguito, tutti i vantaggi e gli svantaggi di una formula che è particolarmente conveniente per le aziende e per i titolari di partita IVA, ma di interesse anche per i privati.

Il tramonto dell’auto di proprietà

Anche per primarie questioni di vivibilità delle città, densità di popolazione e traffico, senza contare il rispetto per l’ambiente, sempre più persone decidono di non acquistare più un’auto propria. Se fino a pochi anni fa era quasi la norma per un nucleo familiare avere da una a tre vetture di proprietà, oggi si preferisce ricorrere ai mezzi pubblici o a servizi come il car sharing e, appunto, il noleggio a lungo termine. Ma di che cosa si tratta esattamente?

Che cos’è il noleggio a lungo termine

Come si intuisce dal nome, si tratta di una forma di noleggio del veicolo che non si risolve in pochi giorni o settimane, ma dura anni: di solito, dai 2 ai 5. Anche per questo è una soluzione estremamente popolare per le aziende che devono avere una flotta di auto aziendali sempre efficienti e non possono occuparsi della manutenzione di ognuna di esse; in più, con il noleggio, possono “spalmare” il prezzo d’acquisto su un periodo molto più lungo. A differenza del leasing, qui non c’è una maxirata finale che permette di riscattare la vettura (soluzione scelta di rado, visto che è basata sul valore dell’auto nuova e non su quello a fine leasing) e, inoltre, tutte le spese (manutenzione, assicurazione, bollo, soccorso stradale) non sono a carico del cliente, ma della ditta che effettua il noleggio.

Ma il noleggio a lungo termine è popolare anche tra i privati, soprattutto nelle grandi città: vediamo perché.

I vantaggi del noleggio a lungo termine

La grande comodità del noleggio a lungo termine si può riassumere in due parole: all inclusive. Scegliere questa formula, infatti, consente di non doversi più occupare di tutte le incombenze che riguardano l’auto propria, in primis l’assicurazione auto RCA (di solito con tanto di incendio e furto). In diversi casi è compresa anche la Kasko, per permettere di guidare in assoluta tranquillità senza preoccuparsi di urti accidentali.

In più, il noleggio a lungo termine comprende anche il bollo auto e la tassa di proprietà, ovvero tutte le imposte di solito legate al possesso di una vettura, e soprattutto la manutenzione: sia i tagliandi prestabiliti (di norma ogni 20.000 chilometri) che i guasti improvvisi vengono coperti dall’azienda che effettua il noleggio. Non solo: non è nemmeno necessario, nella maggior parte dei casi, ricordarsi le relative scadenze, visto che è la stessa ditta ad accordarsi con le officine convenzionate. In determinati casi è compresa anche la sostituzione degli pneumatici estivi e invernali a seconda della stagione, senza dimenticare i servizi per una circolazione corretta su strada come l’equilibratura e la convergenza. Infine, i vantaggi di un noleggio a lungo termine si possono apprezzare anche in caso di incidente, visto che la gestione del sinistro è completamente a carico degli operatori, comprese l’assistenza stradale, l’auto sostitutiva e così via. Di fatto, l’unica cosa che non è compresa nel noleggio a lungo termine è la spesa per il carburante.

Quanto costa il noleggio a lungo termine

Il noleggio auto a lungo termine prevede un canone mensile e quasi sempre un anticipo di qualche migliaio di euro, a seconda del modello selezionato. La spesa finale è inferiore all’acquisto (nell’ordine del 60-70%, in media), ma ovviamente al termine del noleggio non si ha la proprietà dell’auto, e quindi non si può accedere al valore di permuta che normalmente si avrebbe con un acquisto.

Da qui deriva la prima conclusione riguardo alla convenienza del noleggio auto a lungo termine: si tratta di una soluzione davvero efficace soprattutto se si è solito cambiare la propria vettura con una certa frequenza, in modo da avere un mezzo sempre efficiente e con le ultime tecnologie disponibili. Chi invece compra un’auto per tenerla almeno 6-7 anni può ammortizzare i costi superiori su un periodo più lungo, e quindi di norma preferisce l’acquisto diretto, anche con finanziamento. Da ricordare che il noleggio a lungo termine solleva il cliente in modo pressoché totale dalla gestione dell’auto, il che significa non soltanto un risparmio in termini di denaro ma anche di tempo, visto che per il disbrigo delle pratiche relative all’assicurazione, al bollo e così via è possibile perdere molto tempo. Inoltre, quando si sta per acquistare un’auto bisogna tenere in considerazione anche gli eventuali costi per un guasto improvviso, che possono essere molto salati.

Le soluzioni per i liberi professionisti

Il noleggio a lungo termine è quindi conveniente per i privati che preferiscono non doversi preoccupare di nulla nella gestione della loro vettura e soprattutto avere sempre un veicolo nuovo fiammante e in perfette condizioni. Ma per i liberi professionisti, allora c’è un fattore più da tenere in considerazione, in base agli articoli 164 e 19-bis 1 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Per i titolari di partita IVA, infatti, il noleggio a lungo termine di una vettura è deducibile per il 20% del costo sostenuto nel periodo di imposta, fino a un limite massimo annuo deducibile di 3.615,20 euro per le auto (riferito al solo canone di noleggio, al netto dei costi per le prestazioni accessorie, sempre questi importi siano distinti nel contratto e nelle fatture).

In più, per le società che concedono l’auto in uso promiscuo ai dipendenti la deduzione dei costi è pari al 70%, e infine per i veicoli usati da agenti e rappresentanti di commercio si arriva all’80%.

Fonte https://www.sostariffe.it/news/noleggio-a-lungo-termine-piu-conveniente-dellacquisto-auto-270589/

Noleggio a lungo termine: ecco il trend 2018!

Il noleggio a lungo termine continua a segnare numeri eccezionali e, anche in Italia, si conferma uno dei settori a più alta crescita. Il 2017 si presenta come il quarto anno consecutivo di crescita  e le previsioni di chiusura del 2018 sembrano addirittura superare  i numeri dell’anno precedente.
Si parla di circa 433.000 immatricolazioni, in pratica una crescita del 18,2% rispetto al 2016.
Questi sono i dati che provengono dalle rilevazioni Aniasa che prendono in considerazione i 12 mesi del 2018 (gen-dic) confrontati agli anni precedenti.
Il mercato generale automotive sta superando le 2 milioni di immatricolazioni, se lo confrontiamo con il mezzo milione circa di auto riservate alle formule di noleggio a lungo termine, capiamo bene  la portata del fenomeno che sta portando un cambiamento epocale nel panorama automobilistico italiano.

2017, anno da record

L’ Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) ha censito che il fenomeno del noleggio a lungo termine in sostituzione dell’acquisto, riguarda maggiormente le auto aziendali, ed ha un’impennata di crescita notevole: il 40% del totale fa parte di flotte societarie mentre nel 2009 erano appena del 22%.
+22,5%  invece è il dato relativo alle auto intestate ad aziende ma di uso “personale” (è il caso dei liberi professionisti) confermando il trend positivo testimoniato da un 43,6% dell’intero mercato. Calano le vendite ai privati dell’1,8%.

Perché le aziende scelgono il noleggio a lungo termine?

Da un lato per  opera dei vantaggi fiscali legati al superammortamento, queste ed altre detrazioni fiscali sono di fondamentale importanza per contenere i costi aziendali oltre alla possibilità da parte del datore di avere un controllo completo sul veicolo fornito al lavoratore.
I vantaggi per le aziende con il noleggio a lungo termine in realtà sono molti. Innanzitutto, terminato il periodo di durata del servizio, le possibilità sono due: restituire il mezzo di trasporto senza alcuna spesa aggiuntiva, oppure acquistarlo a un prezzo che viene stabilito al momento del noleggio.
Costo fisso senza sorprese: per questo, le aziende sono molto propense a scegliere questa formula, visto che non devono preoccuparsi di incrementi di costi improvvisi.
La svalutazione del mezzo non è un problema dell’azienda poiché i mezzi non sono proprietà dell’azienda che li noleggia, questi non perdono il loro valore e, di conseguenza, non vengono svalutati.
Un altro vantaggio importante è che la formula del noleggio a lungo termine prevede che nella quota da versare sia tutto incluso. Quindi, non si pagano a parte il bollo e l’assicurazione, ma neanche le eventuali riparazioni per guasti improvvisi o i tagliandi. In molti casi è compresa la Kasko e sono inclusi anche la gestione del sinistro, con relativo affidamento di un’auto di cortesia, e il cambio gomme da estive a invernali. Tutto questo è particolarmente conveniente per le aziende, dal momento che non si devono preoccupare di niente: si limitano a pagare una quota fissa per avere un servizio completo.
Dal punto di vista amministrativo, si riceve una sola fattura riepilogativa dove vengono citate tutte le spese punto per punto.

Quali sono le auto preferite da privati e aziende?

Le aziende preferiscono le berline due volumi, i  monovolume, più conformi alla famiglia e a un utilizzo combinato lavoro-famiglia. I privati invece puntano sulle piccole utilitarie che garantiscono il contenimento dei costi, chi ha più capacità di spesa in termini di rata, sui SUV.
Le case automobilistiche più ricercare da chi vuole un’auto con la formula del noleggio a lungo termine (secondo i dati di traffico sul web), sono Audi, BMW e Mercedes, oltre alle giapponesi. L’Italia spicca con l’Alfa Romeo.