La prima data importante è in arrivo ed è talmente vicina che corriamo il rischio di non rendercene neanche conto: entro il 2020 bisognerà dire addio al diesel, il mitico motore nato per garantire maggior sicurezza sulle strade e un rendimento migliore per i vecchi motori a vapore e a benzina.
la seconda data importante è un po’ più lontana: entro il 2030 il parco auto mondiale dovrà essere costituito da auto elettriche o ibride. Non vi mettete comodi, però, perché il futuro è qui a portata di mano e la rivoluzione del mercato automotive è già iniziata da un pezzo, con nuovi modelli prodotti già sulle strade, altri più futuristici che ci sono stati promessi e una campagna di incentivi per le auto elettriche e per le auto ibride che potrebbe contribuire a far esplodere il fenomeno.
Cerchiamo di capirne un po’ di più in tutto questo – piacevole marasma che sta trasformando tutto il mercato dell’automotive.
Addio Diesel
Ha cominciato a perdere colpi intorno al 2015, con lo scandalo Dieselgate che colpì prima la VW e poi tutte le altre case automobilistiche, ma la vera débâcle per il motore diesel è arrivata quando si è capito che inquinava troppo e sono state varate le nuove normative europee RDE – Real Driving Emission – , secondo le quali dal 2020 in poi dai tubi di scarico delle auto a gasolio non dovrà più uscire il particolato, il micidiale PM10. Mission impossible.
Il crollo è stato verticale, da vera disfatta, e per dimostrare quanto affermato basta dire che nel primo trimestre del 2018 le immatricolazioni diesel in Europa, unico mercato mondiale per il motore a gasolio, rappresentavano poco meno del 38% della quota complessiva, ossia il -17% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente. In alcune capitali europee si è addirittura vietata la circolazione delle auto diesel nei centri urbani, impedendo, de facto, agli automobilisti di utilizzare la propria automobile.
Incentivi auto ibride ed elettriche
Ha contribuito alla repentina morte dell’amatissimo motore nato dal genio di Rudolf Diesel in un’officina di Berlino nell’ormai lontanissimo 1892, la parallela evoluzione dei motori ibridi, sostenuta da un’ottima campagna di incentivi per le auto ibride ed elettriche, essenziali per la diffusione dei motori green.
Al netto del nostro Belpaese, infatti, che, diciamolo senza vergogna, è il fanalino di coda di tutto il Vecchio Continente, anche a causa di una totale mancanza di incentivi per le auto elettriche, il resto d’Europa fa registrare un +43,6%, indubbiamente di più rispetto all’Italia, ma anche di meno rispetto a Cina e Stati Uniti.
A dire il vero nel 2012 erano stati introdotti anche da noi alcuni incentivi per auto ibride ed elettriche, ma nella Legge di Bilancio del 2017 non sono stati confermati, condannando il nostro paese all’emarginazione, se non per l’esempio di alcuni comuni virtuosi, come quello di Bolzano che ha stanziato 4.000 Euro per chi acquista un’auto elettrica e 2.000 per chi preferisce una ibrida plug-in, arricchendo il pacchetto con l’esenzione dal pagamento del bollo per 5 anni.
Diversa la situazione in Germania, che ha stanziato 600 milioni di Euro, cifra che permette ai cittadini tedeschi che acquistano un’auto elettrica o ibrida di ricevere 4.000 Euro di contributo, in Spagna, con uno stanziamento più contenuto, ma pur sempre apprezzabile, di 20 milioni, e nei paesi nordici, tra i quali spicca la Norvegia che si aggiudica il primato di essere l’unico paese al mondo sulle cui strade circolano più veicoli elettrici o ibridi che automobili che custodiscono un motore termico sotto il cofano.
Andamento mercato automotive
È da sempre l’evento mondiale che apre l’anno del settore automotive e per questo gode di particolare fama. Stiamo parlando del Salone di Detroit, che si svolge ogni anno nel mese di gennaio nella capitale del Michigan, e, come sempre durante il suo svolgimento, anche quest’anno non sono mancate le previsioni per l’anno, che vi riveliamo con grande piacere.
Gli Stati Uniti sembrano, ad esempio, usciti dal terribile crollo del 2016, nonostante un -3% rispetto al 2017 previsto nel corso del 2018; a reggere il comparto e ad evitare ulteriori cadute è il segmento delle auto usate, che va a compensare la non ancora florida situazione per quanto riguarda il nuovo.
Meglio va in Europa, con una crescita prevista del 2-4%, incremento che conferma e amplifica i successi già ottenuti negli ultimi anni, con l’Italia che sale sul gradino più alto del podio, con un +7,9, anche se va sottolineato che la percentuale di crescita così alta è dovuta prevalentemente al recupero in corso rispetto ai valori ante-crisi, recupero già raggiunto dalla maggior parte degli altri paesi.
Volano, invece, i paesi in via di sviluppo economico, i cosiddetti BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – con un +11% previsto in India, un quasi +12% in Russia, una percentuale poco al di sotto del 10% per il Brasile e un più contenuto +1-3% per il gigante Cina, penalizzata dalla forte tassazione sui motori termici.
I brand che ci piacciono
Nonostante tutti gli scandali che da qualche anno lo perseguitano, il Gruppo Volkswagen acchiappa quasi il 24% della quota di mercato, tanto che gli analisti hanno valutato con 4 stelle la solidità delle sue azioni sui mercati.
Menzione obbligatoria va al Gruppo PSA, che registra un +28,1%, anche se bisogna sottolineare che da agosto del 2017 ha inglobato le vendita della Opel, che non è mica un brand qualunque.
Ottima anche FCA, con Jeep e Alfa Romeo che fanno la parte del leone, anche se le autovetture del Lingotto continuano ad essere le più vendute in Italia.
Concludiamo con la BMW, immancabile in questo elenco, che sta dimostrando di non aver paura del cambiamento, mettendo sul mercato nuovi modelli ed efficaci restyling, sia sotto il profilo stilistico che sotto quello dell’efficienza energetica.
Fonte: https://www.auto-noproblem.com/blog-noleggio-lungo-termine/automotive-addio-diesel-si-alle-motorizzazioni-green/